I.M.A.G.O.M.U.N.D.I. 2011
Iera/Paulon

Installazione (carte topografiche affisse su muri della città 100X70)
Una serie di cartine stradali, in tutto dieci, compaiono contemporaneamente affisse sui muri in diversi punti di una determinata città.
Chi si imbatte nella cartina legge il nome della via in cui si trova, con un simbolo rosso accompagnato dalla scritta “io sono qui”, ma a ben guardare non riesce a ricollegare le altre vie e individuare il contesto cittadino, che risulta impossibile da ricostruire.
Infatti, a parte l’omonima via, tutto il resto appartiene ad un’altra città.
E così accade nelle altre nove vie in cui compaiono le carte.
Per esempio a Pesaro in via degli Innocenti ci sarà una carta di via degli Innocenti di Bologna; in via Mazzini la carta di via Mazzini a Milano; in via dell’Abbondanza ci sarà la carta di Pistoia; via Gramsci sarà quella di Torino e via dell’Ombra di Genova e così via per le altre cinque strade (piazza Matteotti, via Ugolini, via Napoli, via Diaz, via Isonzo).
Il lavoro è la riflessione sul legame che una definizione può far nascere tra la realtà e la sua rappresentazione, ma anche sugli inganni che un nome può celare.
E’ un lavoro che parla di mappa e territorio, realtà e rappresentazione. Parla di pregiudizi sull’affidamento a ciò che vedo e del senso di perdita e di instabilità legato alla mancanza dei punti di riferimento noti.
Le nostre carte dicono contemporaneamente la verità e una bugia.
Le carte dicono “io sono qui”, ma chi è che parla veramente? Chi guarda oppure qualcuno che, da un’altro luogo, parla all’osservatore?
I.M.A.G.O.M.U.N.D.I., il titolo del lavoro, è l’acrostico composto dalle iniziali delle dieci vie in cui compaiono le strane carte.
Imago mundi era il nome delle antiche mappe.

Installation, various dimensions, city maps
Ten road maps have been positioned in ten different streets of a city.
The attention of the person who runs into one of these maps is caught by a red sign which indicates his position in the urban space, but he actually can't associate the other streets on the plan and detect the urban context in which he's standing. 
As a matter of fact, except the homonymous street, all the rest belongs to another city: on the wall of Innocenti Street of Pesaro people will find the map of Bologna's Innocenti Street, in Mazzini Street the map of Milano's Mazzini Street, in Abbondanza Street there will be the map of Pistoia, and that's what happens to Gramsci, dell'Ombra, Matteotti, Ugolini, Napoli, Diaz and Isonzo streets.
This work talks about map and territory, reality and its representation and that's exactly what we want to ponder over: the link that a definition can create between reality and its representation as well as the tricks that a name can hide.
The plans are telling both truth and falsehood: they reveal the prejudice about the trust and confidence in what we see, and the loss of stability related to the absence of points of reference.
The maps say "I'm here", but the question is who's really there? The observer? Or someone that, from somewhere else, is talking to him? 
The title of the work, I.M.A.G.O.M.U.N.D.I., is the acrostic composed by the initials of the ten streets in which the strange maps appear, and the same word used to indicate the ancient maps of the past.
de vecchi / iera / paulon